Arcifanfano re dei matti, Torino, 1759 (Arcifanfano il re de’ matti)

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 Madama GLORIOSA seduta alla tolletta che si sta adornando. Madama GARBATA ad un tavolino con alcune bottiglie. SORDIDONE ad un altro tavolino che numera i suoi denari. MALGOVERNO in piedi che va dispensando fiori
 
 Malgoverno
910Deh madama Gloriosa
 prendete questa rosa.
 Gloriosa
                                          Io non la voglio,
 perché i colori miei
 mi fanno rubiconda più di lei.
 Malgoverno
 Voi madama Garbata
915prendete la giunchiglia.
 Garbata
 Vi lascio i fiori e prendo la bottiglia.
 Malgoverno
 Voi almeno Sordidone
 prendete questo fior sì bello e raro.
 Sordidone
 Il fior che più mi piace è il mio danaro.
 Malgoverno
920Contentar vi vorrei;
 e di più vi darei, quando ne avessi;
 purtroppo è vero, l’uom generoso
 poche volte ha danaro
 e per lo più chi ne possiede è raro.
 
925   Vi voglio regalar ma nol soffrite;
 di più vi vorrei dar ma non ne tengo;
 ah che mi manca l’or, ah che m’affanno.
 
 SCENA II
 
 Madama GLORIOSA, madama GARBATA, SORDIDONE
 
 Garbata
 Eh via lasciate star, venite qui.
 Finite di guardarvi nello specchio
930e voi di numerare
 lasciate quel danaro;
 questo vino è assai buono,
 ne volete un bicchiero? Io ve lo dono.
 Gloriosa
 Bevete pure, che buon pro vi faccia,
935io mi sazio abbastanza
 guardando nel cristallo
 di queste luci belle
 i raggi fiammeggiar come due stelle.
 Sordidone
 Bevete pur, bevete;
940fame non ho né sete,
 quando vedo quest’oro;
 l’oro della mia vita è il sol ristoro.
 Garbata
 Oh pazzi maledetti!
 Tutti al roverscio del diletto mio,
945se non volete ber, beverò io.
 
    Di questo vino
 prezioso e raro
 bever tu dei
 ora con me;
 
950   costa denaro;
 no, ch’è pagato
 e bever dei
 ora da te.
 
    Di questo nettere
955n’hanno assaggiato
 tutti li dei.
 Ne beva lei,
 che a Giove e Venere
 lei farà onor.
 
960   Bevuto ancora
 n’ha un servitore;
 no, un gran signore
 di gran valor.
 
    Ber non volete?
965Beverò io
 alla salute
 di chi vuol bene
 all’allegria
 e in compagnia
970dite ancor voi:
 «Viva l’amor».
 
 SCENA III
 
 Madama GLORIOSA
 
 Gloriosa
 Oh guardate che invidia
 hanno le donne della mia bellezza,
 perché ognuna mi sprezza;
975ma ognuna che conosca il suo difetto
 è obbligata a lodarmi a suo dispetto.
 
    Chi le mie guance,
 chi le mie chiome,
 chi le mie luci
980sospira e brama;
 ciascuno m’ama;
 ciascun desia
 la grazia mia
 tutta acquistar.
 
985   Anche le donne
 sono sforzate
 a farmi intorno
 le innamorate
 e per invidia
990quasi creppar.
 
 SCENA IV
 
 SORDIDONE, poi FURIBONDO
 
 Sordidone
 Questo è lo specchio mio,
 questa è la mia bellezza;
 e so che più s’apprezza
 da chi non è di noi più goffo e stolto
995una bella moneta d’un bel volto.
 Furibondo
 Alto, alto... (Colla spada sfoderata)
 Sordidone
                        Fermate.
 Furibondo
 Presto via, via di qua.
 Sordidone
                                          Ma il mio danaro?
 Furibondo
 Lascialo, o sozzo avaro.
 Sordidone
                                            Io lasciarlo?
 Furibondo
 Perché il danaro tuo lo vo’ per me.
 Sordidone
1000Ah piuttosto ammazzatemi,
 feritemi, scannatemi,
 poiché questo danaro
 più della vita mia riesce caro.
 Furibondo
 L’hai goduto abbastanza,
1005or lo devi lasciar.
 Sordidone
                                  Signor, più tosto
 ve ne darò qualche porzione a patti.
 Furibondo
 Un uomo valoroso
 non apprezza il danaro.
 Sordidone
                                             Eppur io so
 che i forti militari
1010combattono anche lor per i danari.
 Furibondo
 Ma io non ne ho di bisogno,
 io di queste minuccie mi vergogno.
 
 SCENA V
 
 SORDIDONE solo
 
 Sordidone
 Povero mio danaro
 vien qui, vien qui mio caro,
1015so io quel che farò;
 ti voglio sotterrar quanto potrò.
 
    Ah conserva madre terra,
 il tuo seno a me disserra
 e racchiudi il mio tesor.
 
1020Dalle man d’Arcifanfano
 l’oro ho ricuperato,
 qui dentro sotterrato
 nol troverà nessuno,
 guardiamo ben che non mi veda alcuno. (Sotterra lo scrigno)
 
1025   Terra, terra, madre terra,
 prendi, prendi, serra, serra
 il mio scrigno ed il mio cor. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 Campagna con collina.
 
 SEMPLICINA, poi ARCIFANFANO
 
 Semplicina
 Io non so, non intendo
 cosa mi dice il core;
1030se alcuno non mi guarda, mi dispiace,
 se mi guardano un poco,
 vengo dalla vergogna tutta foco.
 Ma viene l’Arcifanfano,
 vorrei e non vorrei...
1035Andrei e non andrei...
 Mi piace ma non so...
 Sono tra il sì ed il no,
 per veder che sa fare e che sa dire,
 fingerò di dormire. (Siede e finge dormire)
 Arcifanfano
1040Che vale il regno mio,
 se goder non poss’io qualche contento
 con quella pazzarella un sol momento?
 Ma eccola che dorme,
 quanto, quanto è bellina!
1045Oh che bella bocchina!
 Che bel color di rosa!
 Mi dispiace che sia tanto ritrosa.
 E pure il re de’ pazzi
 non doverebbe aver tanti riguardi.
1050Ma amor con sue vicende
 ora leva il cervello, ora lo rende.
 Voglio destarla...
 Se n’anderà, quando sarà destata.
 Dunque è meglio lasciarla addormentata;
1055ma sino ch’ella dorme
 non può dell’amor mio sentir pietà.
 Dunque è meglio svegliarla, e che sarà?
 Andrò così bel bello
 svegliandola, chiamandola pian piano,
1060non sarò né vicino né lontano.
 
    Semplicina bella bella,
 su svegliatevi per pietà.
 
 Semplicina
 
    Arcifanfano caro, caro,
 consolatemi per pietà.
 
 Arcifanfano
 
1065   Vengo, vengo... Dorme ancora!
 
 Semplicina
 
 Caro, caro.
 
 Arcifanfano
 
                       Dorme ancora
 e dormendo si sogna di me.
 
    Semplicina mia bellina.
 
 Semplicina
 
 Chi mi chiama!
 
 Arcifanfano
 
                                Sì, son io.
 
 Semplicina
 
1070Dove siete idolo mio?
 
 Arcifanfano
 
 Cara, cara eccomi qua.
 
 Semplicina
 
    Compatitemi, ch’ho sognato.
 
 Arcifanfano
 
 Ecco il sogno verificato.
 
 Semplicina
 
 Oh, che sogno!
 
 Arcifanfano
 
                              Semplicina!
 
 Semplicina
 
1075Mi vergogno.
 
 Arcifanfano
 
                           Via carina.
 
 a due
 
 Giacché il sogno si è spiegato,
 oh che sogno fortunato!
 Oh che dolce e caro amor!
 
 SCENA VII
 
 SORDIDONE, MALGOVERNO, FURIBONDO, madama GLORIOSA, madama GARBATA e servi pazzi
 
 tutti
 
    Saper vogliamo
1080da sua maestà
 il nome proprio
 della città.
 
 a due
 
    Se n’anderemo,
 se nol dirà.
 
 a due
 
1085   Vogliamo il nome
 della città.
 
 tutti
 
    Saper vogliamo
 da sua maestà
 il nome proprio
1090della città.
 
 SCENA ULTIMA
 
 ARCIFANFANO, SEMPLICINA e detti
 
 Arcifanfano
 Pazzi sudditi miei,
 or contenti sarete,
 tutti saper volete
 il nome della nostra gran città;
1095ora, ve lo prometto, si saprà.
 Vengano innanzi a noi
 i sei pazzi novelli,
 io voglio che da quelli,
 uniti alla real persona mia,
1100il nome alla cittade oggi si dia. (Vengono i sei pazzi)
 a sei
 
    Saper vogliamo
 da sua maestà
 il proprio nome
 della città.
 
 Arcifanfano
1105Olà diasi, o ministri,
 una lettera a ognun dell’alfabetto
 che il nome abbia a compor chiaro e perfetto. (I servi pazzi danno a tutti una lettera)
 Arcifanfano
 Su via tutti schieratevi
 e in buona consonanza accomodatevi.
1110Or ora si vedrà
 il nome della nostra alma città. (Accomoda ma non si vede nome perfetto)
 Così non va bene,
 tramutarvi conviene. (Torna a mutare)
 Così non viene ancora,
1115eh lo farò ben io venir or ora. (Li dispone diversamente e vedesi colla sua lettera formare da sette lettere quella parola: «Il mondo»)
 Ecco il nome, ecco il nome,
 sarete soddisfatti,
 poco ci vuole a soddisfare i matti;
 in tutto, in tutto il mondo
1120savi e pazzi si trovano
 e spesso si confondono fra loro.
 Talor saggio dirassi
 chi non ha di ragion nemmeno un raggio;
 talor pazzo dirassi un uom saggio.
 Gloriosa
1125Dunque se tutto il mondo
 è la nostra città, restate pure;
 girando andrò per questa parte e quella
 a trovar genti che mi dican bella.
 Sordidone
 Se per tutto vi son ladri, assassini
1130anch’io vado a star
 cogli assassin di strada.
 Malgoverno
 Ed io, giacché non posso
 saziar fra questi pazzi le mie voglie,
 anderò per il mondo
1135a far quel bel mestier del vagabondo.
 Furibondo
 Ed io me n’andrò a unirmi con que’ pazzi
 che fan da ammazzasette,
 che poi sono alla fin tagliati a fette!
 Garbata
 Io per me posso andare
1140per tutto dove voglio e son sicura
 di trovar compagnia,
 mentre piace per tutto l’allegria.
 Semplicina
 Io sto bene così.
 Arcifanfano
 E voi restate qui.
 Semplicina
1145Non ho più ritrosia.
 Arcifanfano
 Sanata ha il matrimonio la pazzia. (I cinque pazzi s’avvicinano alla collina)
 Gloriosa, Sordidone, Furibondo, Malgoverno, Garbata a cinque
 
    Per tutto il mondo andremo
 e pazzi troveremo
 per tutto in quantità.
 
 Semplicina, Arcifanfano a due
 
1150   Andate, andate pazzi
 e noi restiamo qua.
 
 a cinque
 
    Lasciamo l’Arcifanfano,
 che pazzi già non mancano
 per tutte le città.
 
 a due
 
1155   Andate, andate subito,
 che noi restiamo qua.
 
 a cinque
 
    I sordidi, i colerici,
 i malgoverni prodighi
 e ognor le pazze femmine
1160il mondo produrrà.
 
 a due
 
    Andate per il mondo
 e noi restiamo qua.
 
 Fine del dramma
 
 Con licenza de’ superiori